Fuerteventura tra libertà e spensieratezza

Si sa che sulle isole si respira un’aria diversa. I ritmi sono più lenti, la brezza marina è onnipresente, l’anima si rigenera e la frenesia lascia spazio alla tranquillità. Presupposti ottimi se penso che prima di atterrare a Fuerteventura trascorro giorni poco spensierati. 

Di tutte le Canarie, Fuerteventura è l’isola più grande, seconda solo alla bella Tenerife, e si trova a un centinaio di chilometri dalla costa africana. La sua posizione la rende, a pari merito con Lanzarote, l’isola più arida dell’arcipelago mentre la conformazione paesaggistica è delineata da tratti vulcanici individuabili tra i rilievi, i crateri e la presenza di spiagge nere. Accanto a questa triade la natura si manifesta sfrontata sotto altre spoglie come parchi estesi e dune di sabbia che si spalmano su buona parte della costa.

Qui le onde dell’oceano si infrangono senza timore alcuno regalando la possibilità di praticare svariati sport acquatici. L’isola è infatti tempestata da scuole di surf che offrono anche altre lezioni quali ad esempio di yoga. Ne approfitto per mettermi in gioco prima su una tavola, provando l’ebrezza di fare una nuova esperienza in acqua, poi tra le dune di sabbia al tramonto tra un asana e l’altro (così chiamate le posizioni dello yoga).

A farmi compagnia, sia mentre mi diletto in nuove discipline sia mentre mi sposto da una parte all’altra dell’isola, c’è sempre l’abbraccio del vento e la quiete del mare, due elementi che cullano gli isolani con delicatezza e condiscono gli attimi con spensieratezza.

Il clima mite tutto l’anno rende Fuerteventura la meta ideale per chi vuole fuggire da casa propria in virtù delle temperature piacevoli. Mentre guido il van con il finestrino abbassato penso a quanto sia suggestiva la cornice che mi circonda, fatta di vulcani, rocce rossastre, mulini a vento e pale eoliche, parchi infiniti, tramonti delicati.

Il tempo trascorre lento e le emozioni corrono veloci. Un tripudio di benessere raggiunge l’apice quanto mi trovo alle grotte di Ajuy, alla spiaggia di Sotavento, tra le acque di El Cotillo e mentre ascolto un signore di Betancuria che suona delicatamente la chitarra.

É la terza volta che torno alle Canarie e per la terza ho la conferma che con loro non si sbaglia mai. Grazie Fuerte, mi hai dato quello che serviva nel momento in cui mi serviva.

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