Il sogno americano: viaggio on the road negli Stati Uniti

Gli Stati Uniti sono una meta ambita da molti, un luogo da guardare con i propri occhi realizzando così il fantomatico sogno americano. Un sogno nel cassetto che non è mai stato il mio ma partire per questo grande viaggio on the road è stata un’esperienza unica che consiglierei a molti.

Il van dodici posti è il bolide che guiderò nelle prossime due settimane e che accompagnerà me e i miei compagni d’avventura verso terre sconfinate per me ancora inesplorate come la California, l’Arizona, lo Utah e il Nevada. Are you ready?

Il benvenuto ci viene dato dall’immensità di Los Angeles, lo sfarzo delle case lussuose di Hollywood, le palme tanto alte quanto esili spalmate lungo le strade di Beverly Hills, l’effervescente molo di Santa Monica e la gettonatissima e trendy Venice Beach.

L’immersione nella metropoli dura poco più di ventiquattr’ore perché iniziamo subito a macinare miglia verso l’entroterra per raggiungere contesti rurali e parchi naturalistici. Le corde delle emozioni vengono toccate non appena percorriamo un pezzo della storica Route 66, tratto stradale nato negli anni Venti che unisce la East con la West Coast. In men che non si dica conquistiamo Death Valley e il Grand Canyon dove il meteo ci regala la possibilità di fare pranzo al sacco con vista mozzafiato, cibandoci di panorami pittoreschi. 

È poi la volta della Monument Valley il cui rosso delle rocce mi scalda l’anima così come l’immensità che questo posto in mezzo al nulla regala. Svegliarmi di prima mattina in quel pezzo di mondo che fino ad allora avevo visto solo nel film è stata un’emozione indescrivibile. Incredula per la fortuna di trovarmi lì, incredula per quello che la natura riesce a creare e modellare.

Esterrefatta lo sono anche quando guido tra le affascinanti foreste di conifere che mi accompagnano fino lo Zion Park, l’Anteleope Canyon e il Bryce Canyon. A condire l’euforia sono i pit stop che danno una fotografia nitida della cultura americana (come i dinner dove puoi mangiare hamburger immensi, torre di pancakes o milkshake esplosivi) e tutti quei luoghi dove hanno girato Forrest Gump (Tom Hanks, ti ho sempre amato alla follia e sappi che aver divorato i tuoi film mi ha dato un motivo in più per apprezzare questa terra).

Il viaggio è dinamico, gli spostamenti sono all’ordine del giorno, le miglia percorse sono parecchie ma la voglia di scoprire ciò che ci aspetta nelle tappe successive è insaziabile. Eccoci quindi al Joshua Tree Park e nell’eccentrica Las Vegas: il primo fa parte della cerchia dei parchi nazionali che con i suoi cactus pungenti e le rocce sferiche ha una personalità unica, la seconda è paragonabile ad un parco di divertimenti dove eccesso e follia regnano sovrani (trovate qui il mio articolo su Las Vegas per Elle Magazine).

La ciliegina sulla torta si tinge di giallo e viola quando l’ultima sera andiamo a vedere la partita NBA dei Lakers contro 77ers Philadelphia. Non si tratta di un semplice match ma dell’essenza della cultura americana, di uno spettacolo che va oltre alla disciplina sportiva, un punto di ritrovo per i tifosi per condividere e vivere un momento memorabile.

E mentre ripenso con un sorriso a questo incredibile on the road, eccovi alcune curiosità collezionate in viaggio:

  1. Non è vero che negli Stati Uniti si mangia solo junk food, la verità è che il cibo sano costa il triplo
  2. Nei menù, accanto qualsiasi voce commestibile vengono sempre indicate le calorie
  3. Le foreste di conifere mi affascinano un sacco
  4. Muhammad Ali è l’unico ad avere la stella della Walk of Fame sul muro, così la gente non calpesta il suo nome
  5. Il parcheggio ad S è il mio forte pure quando guido un van da dodici posti
  6. Sembra sempre di stare sul set cinematografico di un film o di una serie televisiva 
  7. Esiste un posto a Las Vegas dove se pesi più di 160 kg mangi gratis 
  8. Quando consentito, puoi svoltare a destra anche se il semaforo è rosso
  9. È impensabile condire i piatti con l’olio d’oliva, qui regnano solo dressing e salse varie 
  10. Ma soprattutto, quando macini 4200 km col van in due settimane capisci che cambio automatico e cruise control sono due manne dal cielo

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