Dopo l’apnea pandemica, sembra essere tornati a respirare come eravamo abituati a fare. Pare che prendere un aereo non sia più un traguardo invalicabile e che spingersi oltreconfine sia un desiderio realizzabile. Ho un biglietto in mano, pronta a concretizzare un obiettivo: approdare a Tenerife portando con me il pc di lavoro.
Lo smart working mi dà la fortunata possibilità di lavorare da remoto e immergermi in nuovi posti senza dover attendere il weekend o le ferie. Invio l’ultima mail, spengo il pc alle 18 (ora 17 locale), vado all’avanscoperta della più grande delle Isole Canarie e scopro con gran piacere che qui mare e montagna convivono, che l’uno valorizza l’altro come due cornici naturali che danno risalto il dipinto. Lo stile di vita sereno è diffuso sia tra gli abitanti sia tra chi sceglie di trascorrere qui un periodo pacifico e spensierato.
Protagonista indiscusso è il Teide che si erge al centro dell’isola e si aggiudica il titolo di vulcano più alto d’Europa grazie alla sua cima che tocca i 3700 metri d’altezza. Il parco naturale che lo abbraccia ha tratti che ricordano la bellezza sconfinata della Monument Valley in Arizona ed è costellato dal susseguirsi di pini che, insieme a banane e patate, sono una delle ricchezze del luogo. È mattina, attorno a me il silenzio e i colori della natura viva.

Dopo aver appagato i miei occhi con l’entroterra, percorro in auto tutta la costa e rimango piacevolmente sorpresa dalla eterogeneità di spiagge presenti, da quelle dorate come gioielli a quelle nere come il carbone. Paesini più o meno caratteristici si affacciano sull’oceano e, in base a quello che si desidera, si sceglie dove indirizzare la bussola.
Sul tratto costiero sud-est si trova El Médano (duna in italiano), paesino bohemien particolarmente ventoso e fortemente attraente per tutti coloro che amano gli sport acquatici e desiderano partecipare ai Campionati del Mondo di windsurf e kitesurf. Un vero paradiso per chi adora avere la tavola ai piedi, cavalcare le onde, sentire il profumo di salsedine e lasciarsi affascinare dal cono vulcanico Montaña Roja che domina la spiaggia.

Puntando a nord si raggiunge Puerto de la Cruz: questa affascinante cittadina ha una spiccata personalità che non è venuta a mancare nemmeno negli ultimi decenni in cui, per accogliere la flotta turistica in continua crescita, sono stati edificati palazzi in contrasto con le costruzioni tipiche della zona. È evidente che, nel corso del tempo, il paese si sia dovuto attrezzare ma ha saputo resistere alla tentazione di rimodellare se stesso e ha mantenuto il suo tipico carattere canario. Tutto è variopinto, i colori sono la costante di case e costruzioni, i ritmi lenti scandiscono le passeggiate sulle spiagge di sabbia nera vulcanica, le palme ti indicano la via da seguire.

Spiccata tipicità (seppur diversa e a molti più metri d’altitudine) viene sprigionata da San Cristóbal de La Laguna, ex capitale di Tenerife e vera perla dell’isola riconosciuta come tale da quando è stata dichiarata Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO. Le vie centrali brulicano di vita, bar, ristoranti, negozi e sono visibilmente frequentati dalla gente locale. Innamorarsi di questo posto è stato immediato.
Se vi state chiedendo invece quale sia l’attuale capitale, la risposta è Santa Cruz de Tenerife. L’impressione non è quella di trovarsi in una capitale Europea perché perfettamente ridimensionata e coerente con l’identità dell’isola. Per quanto si respiri un’aria più internazionale, si vede come le grandi catene e i brand non abbiano imposto la propria presenza in modo predominante e come i punti di interesse siano luoghi da assaporare a ritmo lento: gli spazi verdi cittadini, la spiaggia Las Teresitas a pochi km dal centro, il lungomare arricchito da palme e gente che corre, lo splendido Auditorium (la cui forma ricorda il famoso teatro dell’opera di Sidney).

Ultimo cenno lo dedico a siti come Los Cristianos e Playa de las Americas perfetti se siete alla ricerca di pub, divertimento e residence standardizzati colmi di inglesi e tedeschi. Nulla di tipico ma tutto estremamente ben curato.
Trascorrendo a Tenerife i giorni a cavallo tra ottobre e novembre è stato lampante capire perché viene chiamata “l’isola dell’eterna primavera“: le temperature sono miti tutto l’anno, il costume in valigia è d’obbligo e le endorfine sono sempre sulla cresta dell’onda.
Chi lo ha detto che non ci sono più le mezze stagioni?
Devo dire che lo smart working all’estero è qualcosa a cui ho pensato più di una volta. Non sarebbe per nulla male! Sono stata diverse volte in Spagna e ne ho parlato anche nel mio blog da viaggiatrice solitaria ma non ho mai visto Tenerife! 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Lavoro e viaggio è un connubio che funziona, basta accertarsi che ci sia una buona connessione. Alle Canarie ci sono diversi spazi di coworking che permettono la realizzazione di questo desiderio…dacci un’occhiata! 😊
"Mi piace"Piace a 1 persona