Questo viaggio è iniziato ben prima che mettessi piede in aeroporto, come ogni volta accade quando pianifico una partenza. L’euforia inizia a farsi spazio dal momento in cui vengo contattata per fare la Tour Leader di un gruppo di anime viaggiatrici come la mia. L’estate si palesa come un’attesa infinita e, dopo aver schivato qualsiasi minaccia covid e rogne per ipotetici voli cancellati, mi ritrovo finalmente a quattr’occhi con quelli che sarebbero stati i miei compagni d’avventura.
Dopo un lungo volo intercontinentale apriamo il sipario nell’energica capitale Havana. La città accudisce un passato pazzesco trasmesso dalla presenza di edifici coloniali che delimitano i quartieri variopinti, dalle auto d’epoca che sfrecciano sgargianti per le strade, dai locali ruspanti frequentati tempo fa da personaggi di calibro come Hemingway.
Figure di spicco che hanno segnato la storia di Cuba, come Fidel Castro e Che Guevara, sono commemorate in più angoli della città (e dell’isola) sotto forma di ritratti, monumenti o qualsiasi altro profilo creativo. Il caldo è tanto, l’umidità regna sovrana e per goderci il luogo nel migliore dei modi scegliamo di rinfrescarci con rigeneranti Mojito e Piña Colada di cui ricordo ancora perfettamente il sapore. Rum e musica saranno una costante per le due settimane che seguono nonché il carburante che ci aiuterà a godere del tempo a disposizione anche quando ci troveremo senza corrente in alcune località sparse per l’isola.

Nei giorni a seguire ci allontaniamo dalla capitale per dirigerci a occidente e addentrarci nello splendido Parco Nazionale di Viñales riconosciuto come Patrimonio dell’UNESCO. Patria delle piantagioni di tabacco, il paesaggio rurale incanta senza esitazione alcuna: la valle è intervallata dalle affascinanti Mogotes (colline che hanno tutto l’aspetto di panettoni natalizi), i colori sono più vividi che mai e il contesto incantevole offre l’opportunità di vedere come vengono prodotti i sigari e di goderci l’area circostante con una memorabile passeggiata a cavallo al tramonto. Il cielo non smette di emozionare nemmeno in occasione della sera, momento in cui regala una delle costellazioni più incredibili che abbia mai visto.

Per dare un tocco ruspante al nostro viaggio abbiamo alloggiato nelle case particulares, abitazioni private dei cittadini cubani che permettono di immergersi nella cultura e di assaporare appieno l’essenza del luogo. I piatti tipici a base di carne e riso, il tripudio di frutta colorata con cui ci svegliamo la mattina, gli abbracci condivisi e i sorrisi con le persone locali sono quanto di più caratteristico abbia apprezzato.
I giorni passano e le parecchie ore di pullman ci traghettano da una cittadina all’altra, quest’ultime accomunate da tratti simili ma ognuna contrassegnata dalle sue peculiarità. Tappa dopo tappa, il viaggio si mostra coinvolgente e completo nonostante il periodo storico difficoltoso che Cuba sta passando: ad accompagnarci lungo il percorso sono gli aspetti culturali, naturalistici e la musica, tanta musica. Infatti non perdiamo occasione di addentrarci nei locali che emanano lo spirito cubano festaiolo e armonioso di cui tutti parlano e di divertirci a ritmo di salsa e a sorsi di Cuba Libre.

Dietro allo spirito avventuriero messo in gioco fino ad ora, tra tutti noi si palesa la volontà di godere anche del mare caraibico che l’isola vanta. Catamarani, barriere coralline e atolli saranno i protagonisti nelle ore a seguire, il tutto condito da aragoste e sorsi di “vitamina R” (i cubani osannano il rum chiamandolo così). Non mancheranno serate sulle terrazze che offrono viste uniche sulle città, strimpellate e canti che ci terranno compagnia anche nei momenti più bui (senza corrente elettrica, per l’appunto) e indimenticabili attimi che oggi popolano la nostra memoria e quella dei nostri smartphone.
Prima di porre fine a quel che è stato, scegliamo di coronare il viaggio assistendo ad uno spettacolo tenuto da alcuni membri del leggendario gruppo musicale Buena Vista Social Club e facendo un simpatico giro in Cadillac per le vie dell’Havana, lì dove tutto è iniziato.
Con la playlist cubana in sottofondo e il rum che scorre ancora nelle vene, non mi resta che dire grazie ai miei compañeros. Lieta di aver vissuto questa esperienza con voi, è stata pazzesca.
