Tempo. Quello che pazientemente attendiamo che trascorra. Quello che, ora più che mai, ci ritroviamo ad averne in abbondanza.
Fatti questi i punti cardine, largo spazio alla creatività per trascorrere questo periodo in casa senza eguali. Potrei dire che la mia quarantena è differente, e invece no. Scopiazzo i vostri pancakes e prendo spunto dai piatti, più o meno instagrammabili, che condividete sui social; faccio il pieno di gesti amorevoli quando il mio coinquilino romano prepara taralli pugliesi alla sottoscritta pavese, come formula alternativa per avvicinare tre regioni pur mantenendo la distanza; catturo gli istanti e i dettagli che riempiono casa, come il fascio di luce che illumina l’oggetto giusto al momento giusto e che evidenzia la semplicità immersa nella quiete.

Aldilà delle sperimentazioni in cucina, la parte più entusiasmante della settimana resta quando vado a buttare la spazzatura così posso sfoggiare l’abbronzatura al volto e raggiungere i 763 passi giornalieri. Un sentito grazie va al terrazzo condominiale, al sole romano d’aprile e al contapassi che mi ricorda i chilometri che dovrò macinare non appena l’immondizia cesserà di essere la mia sola compagna d’avventure.
La sera mi rifugio in terrazzo dove posso scorgere i tetti di Roma dall’alto. Ascolto il silenzio che fa rumore, molto più delle auto che circolavano in questa trafficata via nel cuore della città, e penso a quando questa arteria della capitale tornerà a pulsare e le macchine a strombazzare più forti di prima.

Al calar della sera mi ritrovo a pensare quale sia la lezione, mi ritrovo a immaginare la vita quotidiana oltre le finestre illuminate, mi ritrovo a prendermi del tempo, quello che dico di non avere mai. È un appuntamento che piace ritagliarmi, è un puro momento di riflessione all’aria aperta che puntualmente mi confida quanto fortuna e gratitudine mi accompagnino da quando tutto ciò ebbe inizio.
E se mi chiedi come sto, la mia risposta è più che positiva. E se mi chiedi come faccio, il mio segreto è pronto per essere condiviso.
Continua a viaggiare con la mente, con un libro, con le foto. Perditi tra gli scatti della tua gallery e naviga tra i ricordi fino a quando tornerai a collezionarne altri. Non ti fermare con la mente. Continua a stimolarla e inizia a immaginare quanto sarà bello tornare a muoversi.

Tempo fa lessi una frase che mi fece pensare: “Se avessi saputo che quello sarebbe stato il mio ultimo aperitivo, avrei bevuto di più!” Mi piace ricordarla con un sorriso e pensare se davvero dobbiamo essere avvertiti per vivere con intensità e goderci ogni momento come se fosse l’ultimo. Che questa possa essere una delle tante lezioni da portarci a casa, e anche a spasso, una volta che torneremo a gironzolare per le vie delle città.